Letture di approfondimento su temi di analisi e controllo di gestione

immagine-contabilita-analitica (7K)Premesse, "primi passi", notizie, informazioni avvertenze per un progetto di
contabilita' analitica per centri di costo


Perche' nasce l'esigenza della contabilita' analitica?
a. Contenere i costi per contenere le perdite

Si e' detto ormai piu' volte che il solo controllo dei flussi finanziari non puo' essere esaustivo in un progetto di Controllo di gestione. Ad esempio, a fronte di analisi di flussi finanziari che, per un periodo, o peggio, per l'intero anno, mostrano disavanzi fra entrate ed uscite, diventa di estrema urgenza risalire ai dati economici di competenza e valutare se, per ogni mese, i ricavi sono maggiori dei costi. Per effettuare la valutazione devono essere utilizzati i dati di contabilita' generale. In particolare, alcune riclassificazioni del Conto economico possono far luce con immediatezza sull'andamento del margine operativo lordo e dell' utile/perdita di periodo. Questi temi sono stati affrontati nell'articolo dedicato agli indici di bilancio. Se il risultato economico e' negativo, l'imprenditore dovra' effettuare una revisione immediata delle proprie strategie: ridimensionare gli obiettivi o comunque rivedere i costi ad essi associati. Infatti un'organizzazione di piccole o medie dimensioni non puo' sostenersi in perdita in attesa di un miglioramento del mercato: non appena avra' la certezza della crisi in atto, ridimensionera' immediatamente le aspettative di profitto e quindi gli investimenti e le spese. L'alternativa sarebbe quella di finanziare con capitale proprio i disavanzi, ma questo appare ragionevole solo se puo' essere prevista la durata della crisi e quindi quantificato con precisione l'ammontare di capitale necessario per "traghettare" l'attivita' verso migliori risultati, piu' realisticamente si pone il problema di contenere i costi. Ma dove intervenire? L'analisi dei costi effettuata in base al documento di Contabilita' Generale, non sempre e' sufficiente per rispondere a questo quesito. A questo punto si comincia ad immaginare un intervento di Contabilita' analitica.


b.Conoscere i propri punti di forza per migliorare il proprio margine

L'esigenza di approfondire l'analisi e quindi addentrarsi nell'"abisso" della Contabilita' analitica, puo' anche nascere in una situazione diversa, nella quale la riclassificazione del Conto economico ha fornire un risultato di periodo positivo, ma questa circostanza non ha "tranquillizzato" l'imprenditore. Il calcolo del margine ottenuto dal confronto fra fatturato e utile conseguito e' positivo, ma esiguo rispetto alle aspettative. "Lavoro fino a notte fonda, il fatturato e' alto e sta aumentando, ma perche' mi rimane in tasca cosi' poco?" Anche per rispondere a tale quesito non basta l'analisi della Contabilita' Generale, occorre scendere nel dettaglio per valutare, ad esempio, se tutte le linee di prodotto hanno un margine positivo, oppure qualche segmento di mercato sta lavorando in perdita.

I primi passi verso un progetto di Contabilita' analitica per centri di costo

Chiariamo subito un presupposto: i dati di base della Contabilita' Analitica (che di seguito chiameremo piu' brevemente CO.AN.) sono sempre quelli della Contabilita' Generale (tranne alcune rilevazioni extra contabili necessarie per non appesantire l'impianto contabile esistente), cio' che cambia e', principalmente, il modo di disaggregarli e la filosofia di fondo. La Contabilita' Generale nasce come documento di sintesi che certifica i risultati conseguiti dall'Azienda nei confronti dell'esterno, i dati sono rilevati a consuntivo e vengono resi ufficiali con molto ritardo. La CO.AN e' invece un documento che, pur nascendo dalla Contabilita' generale, viene redatto ad uso interno aziendale a cadenza infra-annuale e dunque senza attendere la certificazione  finale del bilancio. Lo scopo e' di conoscere costi/ ricavi e il loro andamento nei "centri" dove essi vengono generati. E' dunque necessario scendere nel dettaglio, ma essere comunque tempestivi nelle elaborazioni.

In una piccola impresa, uno studio professionale, una ditta individuale, un'associazione professionale, la CO.AN si realizza seguendo le fasi tradizionali:
  • definizione dei centri di costo e di ricavo;
  • imputazione dei costi diretti;
  • ripartizione dei costi comuni.

    Al termine di queste attivita' il lavoro potra' considerarsi significativo se, fra costi indiretti e costi comuni, saranno imputati almeno il 95% dei costi presenti nella Contabilita' Generale. I Costi diretti di solito necessitano di una rilevazione parallela a quella contabile. Infatti in Contabilita' Generale si tende generalmente ad aggregare voci di costo piu' che a distinguerle. A regime, tuttavia, l'Azienda che adotta un sistema di monitoraggio periodico basato sulla  CO.AN. puo' rivedere il Piano dei Conti e rendere meno sintetica la propria Contabilita' Generale, in modo da renderla piu' funzionale per le rilevazioni di CO.AN.

    Passi successivi, ulteriori informazioni e, per finire avvertenze

    La classificazione dei costi puo' anche essere ulteriormente disarticolata. Infatti oltre ai costi diretti e a quelli comuni, si possono definire costi di natura "ausiliaria" che, anche se non direttamente riconducibili al prodotto, sono stati comunque interamente utilizzati per la produzione, quindi potrebbe essere estremamente significativo separarli dai costi comuni di tipo generale che contengono i costi di struttura e di funzionamento della attivita' di tipo "amministrativo". Circa l'imputazione dei costi, il problema piu' rilevante per ottenere un risultato significativo e' che i costi comuni devono essere ripartiti sui centri di costo/ricavo in base a criteri concordati e, per quanto possibile, non soggettivi. Qui si apre una disputa che forse merita di essere affrontata in un altro articolo. Cio' che conta, ad un primo livello di analisi e' che di certo attribuire i costi comuni in base ad un criterio puo' non rispecchiare l'effettivo utilizzo della risorsa da parte del centro di costo, quindi creare una sorta di "ingiustizia". Allo stesso tempo, tuttavia, non effettuare tale ripartizione impedisce di valutare i centri di ricavo e confrontarli con i costi. Se infatti al centro di ricavo si associano solo i costi diretti, al massimo si arrivera' ad imputare il 20 o il 30% dei costi. E gli altri? Si possono considerare nel loro complesso, ma questo non soddisfa l'esigenza di dettaglio dell'Imprenditore. La ripartizione puo' contenere qualche margine di arbitrarieta', ma se i criteri sono logici e concordati, fornira' un'analisi dei centri di ricavo e il monitoraggio delle performance di essi nel tempo. L'esperienza al momento ci porta a dire che e' meglio un risultato piu' approssimato che pero' fa chiarezza nei dettagli, piuttosto che un risultato, magari positivo e certo al 100% che pero' non riesce a fare luce sul comportamento delle singole aree aziendali e dei centri di profitto.

    Un'ultima informazione ed un ultima avvertenza

    Parlando di CO.AN, si usano spesso i termini prodotti, produzione e certo questo accade perche' tale strumento viene prevalentemente usato nelle Aziende che si occupano di produzione, dove il livello di dettaglio deve essere elevatissimo e il prodotto risponde a specifiche tecniche e dove ogni ricetta produttiva, in base all'uso degli "ingredienti" determina un diverso costo di produzione. La medesima esigenza di dettaglio si avverte nelle aziende che lavorano per commessa, ad esempio nel campo dell'edilizia, dove il successo di un'organizzazione dipende dalla capacita' di massimizzare il margine di ciascuna commessa e dunque si devono conoscere precisamente tutti i costi ad essa associati. Tuttavia, mi accade di avvertire un esigenza molto forte di dettaglio in organizzazione che si occupano di servizi, societa' e ditte che si occupano di prestazioni di servizi, ma anche studi professionali che sentono l'esigenza di disaggregare la propria clientela in diversi centri di profitto a seconda della diversa tipologia di servizi resi. Oppure accade che associazioni di professionisti desiderino associare a ciascun collaboratore i progetti seguiti in modo da calcolare il risultati in proporzione ai costi sostenuti. Che dire? Ben venga ogni iniziativa volta ad andare nel dettaglio sulla composizione dei costi e dei ricavi perche' consente di giudicare meglio i risultati conseguiti ed essere agevolati nel prendere decisioni. Tuttavia mi sento obbligata ad un ultima avvertenza. Vi siete chiesti perche' all'inizio ho parlato di "abisso" della Contabilita' analitica? Perche' dettagliare e' un'attivita' estremamente stimolante, ma ha come risvolto l'appesantimento delle attivita' di rilevazione, se il dettaglio e' troppo spinto rispetto alla realta' aziendale sottoposta all'analisi, si rischia di perdere troppo tempo, appesantire in modo esagerato l'attivita' degli operatori interni che si occupano della rilevazione dati e non riuscire ad ottenere report in tempi "ragionevoli". Quindi, come in tutte le cose, il successo del progetto dipendera' dalla capacita' di definire il livello giusto di dettaglio che consenta di soddisfare le esigenze informative del vertice aziendale, senza rendere troppo pesante la fase di rilevazione del dato e complicata l'elaborazione del report. "In medio stat virtus", la frase e' antichissima, ma sempre attuale, anche se, di questi tempi, sembra che in molti l'abbiano dimenticata.


    Articolo di Anna Maria Pirro - copyright 2011 tutti i diritti sono riservati, vietata la riproduzione e la diffusione su altri supporti e siti web - se non espressamente autorizzata dall'Autore
    Ultimo aggiornamento 26 settembre 2012


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