L'obiettivo dell'Impresa, ovvero, sempre meglio sapere dove stiamo andando piuttosto che non saperlo…

Prima parte: considerazioni iniziali sull'obiettivo dell'Impresa

Nella teoria tradizionale, quella che ogni allievo di un corso di economia comincia a studiare al primo giorno di lezione, l'obiettivo dell'impresa e' rappresentato dalla massimizzazione del profitto. Per conseguire tale obiettivo occorre determinare la quantita' prodotta che consente di rendere massima la differenza fra ricavi e costi. La quantita' prodotta sara' poi assorbita dal mercato? La risposta e' affermativa, non sorge il minimo dubbio. Tuttavia per rispondere in modo così netto e certo a questo quesito occorre ipotizzare (e sono ipotesi di non poco conto) che sul mercato dei prodotti viga la concorrenza perfetta, che tutte le imprese abbiano le stesse dimensioni, che i prodotti siano tutti perfettamente uguali, che il prezzo di equilibrio renda uguale la domanda e l'offerta effettiva, ma anche potenziale. A questo punto nessun compratore avrebbe una domanda insoddisfatta, nessun acquirente avrebbe un accumulo di merce in magazzino e le aspettative di entrambi sarebbero perfettamente realizzate. Il tempo in questo contesto non esiste e non potrebbe esistere, in quanto le contrattazioni devono avvenire in un unico istante, altrimenti sarebbe possibile per qualcuno, alla luce delle contrattazioni concluse, strappare condizioni migliori per la propria impresa rispetto alle altre. Invece si e' tutti insieme, in un unico mercato dove le informazioni sono conosciute da tutti allo stesso livello e tutti possono prevedere perfettamente il futuro.
Nel mercato dei capitali, l'ipotesi di concorrenza perfetta implica che, se l'imprenditore ha bisogno di un finanziamento, l'unico elemento determinante sara' il prezzo che sara' disposto a pagare. Se l'impresa e' disposta e pagare il prezzo stabilito dall'incontro fra domanda e offerta, potra' acquisire tutte le risorse di cui ha bisogno. Nell'istante in cui tutti gli imprenditori e tutti i fornitori di capitale si incontrano in questo immenso mercato, se l'offerta di capitale e' maggiore della domanda il prezzo dello stesso scendera', viceversa accadra' se il capitale e' scarso rispetto alle esigenze delle imprese. Ma alla fine, anzi, nell'unico magico istante ipotizzato dalla teoria, domanda ed offerta, sia effettiva che potenziale, si eguagliano e l'equilibrio finanziario viene raggiunto e mantenuto.
La premessa e' stata un po' lunga, ma necessaria per capire che, ogni volta che una delle ipotesi alla base della teoria della concorrenza perfetta viene meno, gli effetti delle azioni e delle decisioni dell'impresa sono completamente diversi, pertanto anche l'obiettivo dell'impresa varia radicalmente a seconda delle condizioni in cui si trova ad operare. Nella realta' il mercato si configura in modo diverso rispetto alla concorrenza perfetta. Un operatore puo' essere piu' grande di altri, un gruppo di operatori si puo' associare a scapito di altri, se i costi di produzione sono alti solo operatori piu' grandi potranno sostenerli e quindi entrare nel mercato. Anche nel caso in cui gli operatori hanno tutti una dimensione simile possono accordarsi sulle strategie e quindi stabilire prezzi piu' alti rispetto a quelli ottimali del regime teorico della concorrenza. Se poi anche gli acquirenti sono un numero limitato o, addirittura uno solo, le cose cambiano ulteriormente e gli obiettivi della singola azienda non sono così univocamente definibili…
Soluzioni per crescere Anna Maria Pirro (febbraio 2009)

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